Un errore molto comune quando si assume un antibiotico è quello di interrompere la terapia troppo precocemente. Nella maggior parte dei casi, l’interruzione è dovuta alla scomparsa della sintomatologia; poiché non si vedono più sintomi, si ritiene, erroneamente, che non sia più necessario assumere il farmaco.
Questo comportamento può avere conseguenze anche molto gravi; se infatti la colonia batterica non è stata del tutto debellata, i batteri superstiti si riproducono dando luogo a ricadute spesso più gravi della prima insorgenza, essendo questi nuovi batteri tutti molto più resistenti all’antibiotico appena impiegato.
Per questi motivi, non si dovrebbe mai assumere un antibiotico per un tempo più breve rispetto a quello espressamente indicato dal medico e generalmente riportato sul foglietto illustrativo. Terapie antibiotiche troppo brevi, in aggiunta ad una scorretta e troppo diffusa abitudine all’uso di questi farmaci senza che ve ne sia una effettiva necessità, hanno fatto sì che siano purtroppo sempre più frequenti casi di antibiotico-resistenza, ovvero casi di colonie batteriche non sensibili alle terapie antibiotiche.
L’antibiotico-resistenza, sempre più comune, rappresenta oggi senza dubbio una delle più importanti sfide per la ricerca farmaceutica. Queste brevi considerazioni potranno forse essere utili per meglio comprendere che l’antibiotico è un farmaco importante, spesso salva-vita, e che pertanto vi si dovrebbe ricorrere solo in casi di reale necessità e sempre dietro espressa raccomandazione e prescrizione medica.
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